1. Neuropatie periferiche: cosa sono?
Le neuropatie periferiche sono un gruppo di malattie del sistema nervoso periferico (SNP) caratterizzate dal danneggiamento e dal malfunzionamento dei nervi periferici. Il SNP è costituito dai nervi che connettono il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) ai muscoli, alla pelle e agli organi interni.
La malattia può colpire un nervo (mononeuropatia) o due o più nervi in diverse aree (multineuropatie) o molti nervi (polineuropatia).
- Le mononeuropatie colpiscono singoli nervi in aree ben definite e spesso sono conseguenza di una lesione traumatica, di una compromissione locale o di processi infiammatori o ischemici. La sintomatologia è localizzata e limitata al territorio di innervazione del nervo leso.
Esempi di mononeuropatie sono la sindrome del tunnel carpale e la paralisi di Bell (paralisi transitoria facciale).
- Le multineuropatie coinvolgono due o più nervi in aree distinte e originano spesso da malattie sistemiche come ad esempio l’artrite reumatoide o il diabete, in questo caso si parla di neuropatia diabetica.
- Infine, le polineuropatie sono caratterizzate da un malfunzionamento bilaterale e simmetrico dei nervi periferici, ovvero, che coinvolge in modo simile i nervi di entrambi i lati del corpo e, generalmente, i disturbi interessano inizialmente i piedi e le mani. In base al tipo di nervi colpiti: motori, sensitivi, entrambi o autonomici (che controllano le funzioni involontarie del corpo), si parla di neuropatia motoria, sensitiva, mista o autonomica.
2. I Vasa Nervorum nelle neuropatie periferiche
I nervi periferici sono altamente vascolarizzati e le piccole arterie che decorrono lungo lo spessore delle pareti nervose sono chiamati i vasa nervorum, dal latino letteralmente i vasi dei nervi. I vasa nervorum assicurano l’irrorazione sanguigna e regolano lo scambio di liquidi e sostanze (nutritive e di scarto) in un microambiente finemente regolato. L’integrità di queste piccole arteriole è quindi di fondamentale importanza per garantire il corretto equilibro omeostatico nello spazio endoneurale.
In situazioni di traumi e/o compressioni prolungate, patologie metaboliche ed insulti tossici, si osservano alterazioni dei meccanismi omeostatici che regolano il microambiente endoneurale. Questo comporta una ridotta perfusione del nervo che si traduce in disfunzione e conseguente degenerazione dello stesso.
Analizzando la fisiopatologia di alcune neuropatie periferiche, come la sindrome del tunnel carpale o la lombosciatalgia, si può notare che l’inizio del danno provocato dalla malattia, ovvero la cosiddetta noxa patogena, ha origine da fattori compressivi. Questi fattori compressivi sono in grado di scatenare una reazione infiammatoria e una condizione di edema che, a loro volta, aumentano la compressione e portano al peggioramento della perfusione, avviando cosi un circolo vizioso che è alla base della patologia e della sua cronicizzazione.
Quindi si può comprendere quanto le neuropatie periferiche siano associate alla compromissione dell’integrità dei vasa nervorum. Pertanto, nel trattamento e nella prevenzione di queste patologie è importante intervenire sia sul trofismo nervoso, che sul mantenimento dell’integrità delle pareti di queste piccole arterie, garantendo l’adeguata perfusione e assicurando il corretto scambio di liquidi e sostanze.
3. Come trattare le neuropatie periferiche
Il trattamento delle neuropatie periferiche si distingue in trattamento del quadro sintomatologico o terapia sintomatica e trattamento delle cause scatenanti. La terapia sintomatica agisce sui sintomi della neuropatia, cercando di diminuire il dolore e fornire sollievo al paziente. Il trattamento delle cause scatenanti, invece, è di fondamentale importanza e si raggiunge in modo diverso in base alla causa della patologia. Infatti, a seconda della causa e del momento in cui si intraprende il trattamento, la terapia può alleviare, rallentare e in alcuni casi guarire la neuropatia.
Un ruolo importante nella prevenzione e nel rallentamento delle neuropatie periferiche è svolto dai nutraceutici, tra cui troviamo le vitamine del gruppo B, la L-acetil carnitina, la quercetina, la bromelina e la vitamina C, tutte sostanze che intervengono sul trofismo nervoso e sul mantenimento dell’integrità dei vasi nervorum.
Le vitamine del gruppo B hanno un ruolo chiave nel metabolismo energetico, sono coinvolte nella produzione di neurotrasmettitori, ormoni, neuropeptidi e concorrono alla riduzione dello stress ossidativo e dell’infiammazione.
La L-acetil carnitina modula l’attività del fattore di crescita nervoso (FCN) e promuove la rigenerazione dei nervi periferici, attività che ne suggeriscono una funzione neurotrofica. Inoltre, sembra essere efficace nella gestione del dolore neuropatico.
La quercetina, e la bromelina grazie alla loro azione antinfiammatoria e antiossidante proteggono i vasi sanguigni, garantendo elasticità e integrità e contribuiscono al mantenimento delle caratteristiche fluido-dinamiche del sangue periferico. Infine, la vitamina C è un antiossidante ed è essenziale per la formazione, la crescita e la riparazione dei vasi sanguigni.
Bibliografia
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