Artrosi: cos’è e come prevenirla

1. Cos'è l'artrosi?

L’artrosi o osteoartrosi è una patologia reumatica cronica e degenerativa che interessa le articolazioni dovuta all’usura e all’invecchiamento delle stesse. É caratterizzata, inizialmente da lesioni della cartilagine articolare a cui consegue una modificazione di tutte le strutture che la compongono: tessuto osseo, capsula, legamenti, tendini e muscoli, e che in fase avanzata causa una perdita totale della funzionalità dell’articolazione stessa. 

In generale tale patologia interessa prevalentemente le sedi sottoposte a un carico corporeo maggiore come l’anca, la colonna vertebrale e le ginocchia e si manifesta con formazione di nuovo tessuto connettivo e nuovo osso intorno alla zona interessata. A seguito di tale processo degenerativo, la cartilagine che riveste le superfici ossee all’interno delle articolazioni e che ha la funzione di ridurre l’attrito tra le ossa, risulta deteriorata a causa dell’usura e perde quindi la sua caratteristica elasticità divenendo più rigida e quindi più soggetta a danneggiarsi.  Quando questa condizione peggiora, a causa di un danno importante alla cartilagine, essa perde la sua caratteristica funzione di ridurre l’attrito tra i due capi ossei, i quali, sfregando durante il movimento, provocano infiammazione accompagnata da dolore, gonfiore e rigidità. 

L’artrosi è classificata in:

  • Artrosi primaria: alterazione della cartilagine articolare in assenza di  “apparenti” cause o malattie concomitanti e può presentarsi in forma isolata in una persona altrimenti sana;

  • Artrosi secondaria: correlata ad evento o   malattia in cui il processo degenerativo è determinato da una causa o fattori estrinseci alla cartilagine che ha determinato il danno articolare (es. traumi o fattori come l’uso prolungato e ripetitivo di alcune articolazioni, il sovrappeso, infezioni o malattie metaboliche). 

2. Epidemiologia

Tale patologia interessa circa il 10 % della popolazione adulta e il 50% di coloro che hanno superato i 60 anni di età. Ha un’incidenza maggiore nelle donne con più di cinquant’anni in post-menopausa, mentre prima dei 50 anni l’artrosi colpisce ugualmente uomini e donne. 

Secondo l’Istat, l’artrosi/artrite interessa il 16,4% della popolazione risultando, insieme all’osteoporosi, tra le malattie o condizioni croniche più diffuse in Italia dopo l’ipertensione. La prevalenza di questa patologia aumenta con l’età ma presenta nette differenze di genere: è presente nella maggioranza degli esseri umani al quarantesimo anno di età e nella quasi totalità dei settantenni, con un picco di massima incidenza fra i 75 ed i 79 anni (tra gli over 75enni, il 68,2% delle donne e il 48,7% degli uomini dichiarano di soffrire di artrosi/artrite) (Istat 2013). 

Nonostante solo una minoranza degli affetti lamenti disturbi, l’osteoartrosi è di gran lunga la causa più importante di dolore e di invalidità per malattie articolari. Prima dei 45 anni è più colpito il sesso maschile, dopo tale età il sesso femminile. La prevalenza delle lesioni aumenta con l’aumentare dell’età.

3. Cause e fattori di rischio

L’artrosi è una patologia strettamente correlata all’invecchiamento e all’usura della cartilagine articolare, ma ci sono dei fattori di rischio che predispongono maggiormente alla malattia quali:

  • Familiarità: alcune malattie ereditarie come l’emocromatosi, la sindrome di Ehlers-Danlos e la sindrome di Marfan compromettono il metabolismo e/o la funzione articolare. Anche l’artrosi delle dita presenta una trasmissione familiare;
  • Sovrappeso e obesità: l’eccesso di peso a lungo andare danneggia soprattutto le articolazioni di anca, ginocchia e piede inducendo un carico eccessivo continuo in queste zone;
  • Fratture e lesioni articolari;
  • Alcuni lavori che richiedono posizioni forzate per lungo tempo e che sovraccaricano alcuni tipi di articolazioni (per es. stare inginocchiati a lungo) oppure il continuo utilizzo di alcune articolazioni (per es. le articolazioni delle dita delle mani);
  • Alcuni tipi di sport (es. il calcio): in cui si ha un’usura precoce delle cartilagini di piedi e ginocchia;
  • Malattie circolatorie che causano sanguinamento e danno nelle articolazioni
  • Alcune forme di artrite (per es. gotta, o artrite reumatoide) che danneggiano l’articolazione e la rendono più suscettibile ai danni della cartilagine.

4. Sintomi: come riconoscere l'artrosi

Tra i sintomi più comuni che possono aiutare a riconoscere questo tipo di patologia troviamo:

  • il dolore: che in genere è di tipo meccanico, il quale tende ad essere più intenso dopo l’esercizio fisico oppure quando si sovraccarica l’articolazione;
  • spesso accompagnato a “scrosci” articolari: piccoli rumori dovuti al cedimento dell’articolazione;
  • formicolio
  • intorpidimento delle aree del corpo interessate;
  • rigidità;
  • limitazione nell’utilizzo dell’articolazione

Altre manifestazioni legate all’artrosi possono riguardare le articolazioni delle mani: possono comparire delle deformazioni o nella parte terminale delle dita che prendono il nome di “noduli di Heberden” oppure nella parte iniziale (noduli di Bouchard). Alcuni dei pazienti, però non sempre manifestano questi sintomi e la patologia si rende evidente solo in seguito ad un esame radiografico.

5. Patogenesi: perchè si va incontro all'artrosi

Ci sono ad oggi diverse ipotesi sul processo fisiopatologico che porta all’osteoartrosi. In condizioni fisiologiche normali l’articolazione può essere considerata un microambiente in cui le varie strutture che lo compongono (la cartilagine, capsula, liquido sinoviale, osso) presentano una configurazione anatomica complementare e assicurano una perfetta integrazione biomeccanica. Per molto tempo si è ritenuto che sia nel caso in cui un’articolazione normale sia sottoposta ad un trauma o sollecitazione esterna troppo intensa, sia quando un’articolazione già compromessa (a causa di anomalie del collagene o a causa di una alterazione dei condrociti) sia sottoposta ad una sollecitazione normale, la sola struttura a risentirne fosse la cartilagine articolare: inizialmente l’insulto esterno stimola i condrociti, le cellule del tessuto osseo deputate alla degradazione della matrice ossea nel processo di rimodellamento, a degradare la cartilagine formando detriti cartilaginei che inducono il liquido sinoviale alla fagocitosi di questi ultimi dando avvio al processo infiammatorio con rilascio di citochine pro-infiammatorie (es. IL 1-beta) le quali, a loro volta, vanno ad alimentare e ad amplificare ulteriormente il processo infiammatorio, responsabile di una sempre maggiore sollecitazione dell’osso che reagisce ispessendosi e formando osteofiti. Questa condizione è accompagnata da dolore, gonfiore e rigidità articolare.

Nel corso del tempo, molti studi hanno dimostrato un coinvolgimento dei muscoli scheletrici nella fisiopatologia dell’artrosi.  Le disfunzioni motorie (es. debolezza) e sensoriali (es. diminuito tono propriocettivo) a loro carico hanno, infatti, un ruolo assolutamente determinante, sia come fattori di innesco che come meccanismi sottostanti a sintomi conclamati (es. dolore ed invalidità funzionale). Se in passato ci si era focalizzati solo su cartilagine ed osso come strutture coinvolte, non tenendo conto delle serie conseguenze a carico dei muscoli periarticolari, oggi non è più così.  I muscoli hanno funzioni motorie estremamente importanti, sono responsabili del movimento, conferiscono stabilità e proteggono da movimenti bruschi e dissipano il carico eccessivo durante l’andatura. Inoltre, i muscoli hanno una funzione sensoriale che contribuisce al mantenimento della posizione del corpo e del movimento. Per poter funzionare in modo ottimale, un muscolo deve essere forte, integro e non affaticato. 

Alcuni studi più recenti hanno dimostrato una stretta relazione tra debolezza muscolare e processo artrosico: una condizione di riduzione di volume e degenerazione funzionale dei muscoli (come nel caso dell’atrofia muscolare) da un lato può essere conseguenza del disuso dell’articolazione e del processo infiammatorio alla base dell’osteoartrosi, dall’altro, la debolezza muscolare stessa può essere considerata un fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione dell’artrosi.

L’invecchiamento, i traumi, i sovraccarichi funzionali, sono tutti fattori che possono causare, in prima battuta, una disfunzione muscolare sensitivo-motoria, alla base della compromissione di quei riflessi neuromuscolari che proteggono l’articolazione ed assorbono gli shock di varia natura che su di essa si concentrano. La disfunzione dei muscoli sensomotori dovuta all’età, l’affaticamento, un debole trauma precedente, o un input sensoriale anormale sulla cartilagine, o riflessi neuromuscolari alterati possono portare ad una riduzione della capacità di assorbimento degli urti che a loro volta causano un eccessivo e rapido carico articolare durante il movimento. Tutto questo induce microtraumi e logoramento della cartilagine con successive microfratture e sclerosi dell’osso subcondrale, caratteristica visibile radiologicamente nell’osteoartrosi

6. Come prevenire l'artrosi

Per prevenire l’aumento del tasso di artrosi derivanti dall’invecchiamento della popolazione è necessario attuare strategie di prevenzione primaria e secondaria. Le prime hanno lo scopo di prevenire l’insorgenza della malattia; le seconde, invece, comprendono l’individuazione e il trattamento dei fattori di rischio per evitare la progressione in soggetti già a rischio. Appartengono all’una e all’altra categoria:

  • Trattamento dell’obesità: Oggi il tasso di obesità sull’intera popolazione sta aumentando a causa di una scorretta alimentazione e di una eccessiva sedentarietà. Per coloro che associano alla dieta l’esercizio fisico, la percentuale di mantenimento della perdita di peso aumenta. Il controllo del peso aiuta a ridurre il carico sulle articolazioni.
  • Praticare attività fisica ed evitare la sedentarietà: l’attività fisica moderata è utile per mantenere un buon tono muscolare, l’inattività, al contrario può indebolire i muscoli, rende le articolazioni più rigide e danneggia l’equilibrio oltre a ridurre la tolleranza al dolore. Esercizi di stretching mantengono un buon movimento articolare.
  • Evitare sforzi eccessivi e prevenire le complicanze da traumi: un iper-uso articolare, sottoponendo le articolazioni ad eccessivo e ripetitivo carico di lavoro, conduce ad un’usura articolare a causa di uno stress troppo intenso.
  • Seguire una dieta equilibrata: alcuni alimenti, presenti con costanza nell’alimentazione, possono aiutare a combattere l’infiammazione e riducono lo stress ossidativo dei tessuti in generale e quindi anche delle cartilagini: verdura cruda o cotta a vapore, semi di lino e di zucca, frutta fresca di stagione, frutta a guscio, legumi, yogurt,   formaggi meglio se di pecora e di capra ma consumati in piccole quantità, pesce, uova.  É necessario contenere il consumo di carne, di superalcolici e dolciumi.

Bibliografia